L’occasione era ghiotta, gara di pomeriggio, che mi permetteva di riposare un po’ di più dopo l’allenamento di quasi tre ore in MTB del sabato. Gara sociale e gara con salite che ti costringono a camminare il che fa solo bene al mio tendine malandato. Così dopo mille ripensamenti mi reco in quel di Voltorre per partecipare ad una gara che avrò fatto l’ultima volta forse una decina di anni fa… Nessuno sa che voglio provare a correrla e vedendo il tempo che scarica fiocchi su fiocchi forse neanche io. Infatti alla domanda di Marco Frigo, corri? ho un attimo di ripensamento. A proposito giuro che non son stato io a far nevicare. Vado a cambiarmi e mi nascondo dai miei compagni di squadra così se mi ritiro per dolori nessuno verrà a sapere che ero li. Mi faccio vedere solo dal mio presidente che non crede ai suoi occhi e la faccia che fa è già un premio. Sono in fondo al gruppo e discuto con Marco Frigo di tattica, la sua è quella di partire in fondo per poi superarne tanti lungo il percorso, ti fa sentire potente mi spiega. Io invece sono in fondo al gruppo perché partirò piano per poi continuare così, insomma devo, come direbbe il Soxj (leggete <<QUI>> il suo commento alla gara) correre con criterio. Sotto la nevicata si parte, il gruppo si allunga sotto i miei occhi. Mi guardo indietro e non c’è poi così tanta gente. I primi 500 metri sono esitanti, il tendine d’Achille destro comincia subito a darmi fastidio e penso già di fermarmi. Possibile sia così sfigato? Rallento un pochino, mi concentro sulla falcata e miracolosamente il fastidio passa. Da tener presente per bene che sto andando a 5:30 al km! figuriamoci a spingere di più. A questa velocità il percorso seppur duro e in molti tratti fangoso e scivoloso non mi crea problemi, sto viaggiando sotto ritmo ma continuo a ripetermi che se voglio arrivare in fondo è quello giusto. Prima si va tanto su e poi si ridiscende verso il sesto km nei pressi del chiostro per poi risalire ancora una volta. Mi sto divertendo e ho già superato un sacco di podisti. Sento la differenza tra loro e me, in molti hanno il fiatone e io no, ma non posso tirare di più, anzi in discesa rallento e loro si rifanno sotto per poi ritornare distaccati appena si sale dove io riesco a correre e loro solo a camminare. Stiamo parlando delle retrovie, teniamolo sempre ben presente eh! Insomma mi godo come non mai questa gara anche se tengo sempre d’occhio le sensazioni che mi arrivano dal mio arto inferiore. Dopo il settimo km comincio a sentire un poco la fatica e sento dietro di me che qualcuno comincia a farsi sotto. I metri passano e siamo nella parte bassa del percorso, quella vicino al lago, un podista mi passa e prende qualche metro, lascio fare. Mi ero ripromesso però che avrei fatto una gara a superare e non volevo che proprio all’ultimo qualcuno sporcasse la mia prestazione. Vedo il cartello dell’ultimo km e così chiedo alle mie gambette uno sforzo supplementare, riprendo il mio antagonista che nel frattempo forse a causa del fondo fangoso aveva rallentato e vado superarne un paio prima dell’ingresso de campo di calcio dove era situato l’arrivo. Concludo i 10 km in 56’08 raggiungendo l’obiettivo di rimanere sotto l’ora che mi ero prefissato. Per oggi va bene così, ho terminato la gara e cosa più importante riesco ancora a correre!!!
Magari ci rivedremo ancora in mezzo al gruppo.Intanto la classifica dei primi a cura di Playbeppe (<<QUI>> il suo articolo):
Bravo Mario... l'importante è che i doloretti non ti diano noia... e poi giù a macinare km in MTB :)
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