Domenica 01.03.2009 a Voltorre di Gavirate si svolgerà la terza prova del Piede D'oro. La gara è denominata "Tre valli Voltorresi", i km sono 10 e la partenza è alle ore 15.
Qui sotto alcuni cenni "turistico/storici" del luogo che ospita la gara.
L’attuale posizione dell’abbazia di Voltorre rispetto alle vie di comunicazione non rende giustizia all’importante ruolo che ha giocato nel passato.
Oggi essa è lontana dai percorsi delle maggiori vie di comunicazione ed è circondata da edifici moderni che, dall’esterno, non consentono di comprenderne la funzione avuta, suggerita solo dalla torre campanaria.
Ben diversa è l’impressione che del complesso si ha dall’interno del chiostro, restaurato ad opera della Provincia di Varese.
L’abbazia appare citata per la prima volta nel 1154 in un documento di papa Anastasio IV (pontefice dal 1153 al 1154), con il quale veniva confermata la sua dipendenza da quella di Frutturaria.
Fu costruita sul luogo di un insediamento alto medievale, probabilmente una torre longobarda o antecedente, come ci è rivelato anche dalla dedica a San Michele.
Il periodo di maggiore ricchezza del monastero durò fino alla metà del XV secolo, quando, seguendo la più generale china declinante dell’ordine benedettino, iniziò la decadenza. La sua situazione patrimoniale peggiorò notevolmente a causa dell’indisciplina dei monaci, disinteressati all’amministrazione dei beni. Non fu di aiuto neppure l’istituzione della commenda, cioè l’affido dell’amministrazione del beneficio ecclesiastico ad un altro istituto che si trovava nelle vicinanze. Il suo patrimonio continuò a decrescere fino al 1519, quando il monastero e le sue pertinenze vennero ceduti ai canonici lateranensi di Santa Maria della Passione di Milano.
Sotto la direzione dei lateranensi, Voltorre divenne un' azienda agricola fino alla sua vendita nel 1797. Da quella data in poi il complesso perse le sue funzioni monastiche e venne smembrato in diversi lotti.
Gli edifici furono trasformati in abitazioni, cascine e depositi di strumenti agricoli.
Solo a partire dagli anni ’60, e più decisamente durante gli anni ’70, grazie all’intervento risolutivo della Provincia di Varese il chiostro fu restaurato.
Esso è formato da 46 colonne con capitelli scolpiti distribuite su tre lati, mentre sul quarto sono presenti archi in mattoni.
Entrando, la diversità di stili e materiali costruttivi che lo compongono fa apparire evidente la complessa storia che ne ha caratterizzato l’edificazione.
Un' ipotesi delle vicende costruttive del chiostro fa supporre che alla torre e alla chiesa, esistenti prima dell’anno mille, sia stato affiancato inizialmente il corpo di fabbrica appoggiato al lato sud della chiesa (il lato del chiostro che, entrando, oggi si percorre per primo). In seguito, durante il XII secolo, furono costruiti i due lati successivi del chiostro, completato durante il XIII secolo con il quarto lato che ingloba la torre.
Le vicende che seguirono portarono poi alla costruzione degli edifici di servizio alla vita monastica e al lavoro agricolo. Quindi, con il passaggio di proprietà ai lateranensi, la corte rurale retrostante venne ampliata, la chiesa fu soprelevata e il suo interno fu decorato a stucco e gesso. (tratto liberamente dal sito della Provincia)
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