Running Day, tentar (non) nuoce

2012.05.12 Saronno2 Tutto è iniziato a metà settimana quando a causa di una coda di un’ora e mezza in autostrada son tornato a casa tardi. Visto che di tempo per allenarmi in mountain bike, l’unico sport che riesco a fare in alternativa al podismo a causa dei miei malanni al tendine d’Achille, non ne avevo, ho deciso di indossare le scarpette da running. Esco un po’ titubante e, sorpresa, riesco a fare quasi tre quarti d’ora senza avvertire fastidi. E’ vero andavo a 5,30 al mille, senza minimamente forzare però era incoraggiante. Ho deciso così di presentarmi alla gara di sabato sera, un bel 10 km piatti piatti accolto con sorpresa dai compagni di squadra che non mi vedevano gareggiare da più di un anno. L’essere di nuovo protagonista podista tra i podisti e chiaccherare con loro finalmente dalla parte giusta e non da fotografo a podista è stata una bella sensazione. Anche far finta di riscaldarsi con loro, farsi fotografare, essere incitato erano sensazioni ormai assopite. Finalmente dopo tanto aspettare, non mi passava più il tempo, ci si allinea alla partenza. Consapevole che dovrò curare il mio tendine mi piazzo opportunamente in fondo al gruppo e una volta partiti cerco di tenere il ritmo che mi sono prefissato, i 5 al km. Sento che il ritmo è basso per quello che potrei dare ma mi contengo per la paura di sentire dolore. Nonostante ciò continuo a superare atleti. E’ una bella sensazione correre in “rimonta” e tra l’altro facendo poca fatica. Purtroppo dura poco. Mentre ci avviciniamo al 5° km comincio a sentire bruciare leggermente il tendine. Rallento un poco per farlo defaticare ma non passa. Dopo un paio di minuti raggiungo un compagno di squadra che sta camminando e ne approfitto per fermarmi a camminare con lui sperando che il dolore che sta sorgendo mi passi. Riparto ma il dolore ricomincia e aumenta e mi sale fino al polpaccio, ancora una volta mi devo arrendere all’evidenza. Non c’è niente da fare. Continuo comunque correndo piano piano intorno ai 5,30 al mille alternando delle piccole camminate, voglio arrivare in fondo! Finisco con una media di 5,16 che mi fa sorridere, ma purtroppo non posso farci niente. Mi cambio, ritiro il pacco gara e mi tuffo su un buon piatto di pasta e poi a casa a mettere subito del ghiaccio, non prima di aver fatto uno scherzo al mio compagno di squadra Mulè Francesco davanti al quale mi sono presentato indossando la maglietta di campione provinciale con tanto di medaglia al collo. All’inizio c’è rimasto male in quanto gli avevo raccontato di essere arrivato poco dopo di lui al traguardo e per via della categoria ero stato premiato ma poi ha capito che era di Giacomo Lia il nostro nuovo campione provinciale categoria MM45. Bene, adesso penso proprio che per quest’anno la mia carriera podistica sia terminata e mi rimetterò, quando ne avrò tempo e voglia a far foto e filmati.

Per le foto della manifestazione segnalo Podisti.net con le foto di Barbieri Arturo (la foto è sua) e il blog di Antonio Capasso AndòCorri.

Mario

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